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1° giorno
Da Prato Ciorliero al Bivacco Bonelli

1° giorno
- 6 agosto 2005 -

Prato Ciorliero - Colle Feuillas - Via Ferrata degli Alpini - Oronaye - Colle di Villadel - Bivacco Bonelli

 


Forcella-Dronero - Rosano all'inizio della scala fissa di 141 gradini.

 

 Quasi improvvisamente il 6 agosto eccoci, io e Gianni, a risalire il luminoso vallone d’Enchiausa alle primissime luci del mattino, eccitati per la grande avventura che ci attende, ma ben coscienti che sarebbe stato molto difficile portare a termine quanto ci eravamo prefissati: sarebbe bastato un minimo inconveniente, come le non perfette condizioni atmosferiche nei primi difficili ed impegnativi giorni oppure un minimo problema fisico, per dover abbandonare…..

Con l’intento di percorrere per quanto possibile interamente l’intera dorsale per cresta, prima del Colle Feuillas ed all’altezza del bivacco Enrico e Mario, imbocchiamo il sentiero che lungo la parete sud-est dell’Oronaye porta alla Via Ferrata degli Alpini. Non avevamo mai percorso questo tracciato che ci era stato dipinto come terrificante, poiché attraversa tratti di parete sotto la scarica continua di sassi e per la presenza di inquietanti corde fisse assolutamente insicure; con le dovute attenzioni abbiamo quindi iniziato la scalata, con l’avvertenza di mai utilizzare le strutture fisse (ormai vecchie di oltre 70 anni), ma fidandoci esclusivamente delle nostre forze. Enorme stupore è stato a metà parete scoprire un bellissimo ricovero, perfettamente conservato ed incredibilmente panoramico: un vero nido d’aquila! Ancora lungo la via ferrata, lontani dalle corde fisse fino alla Forcella Dronero, dove un secondo ricovero, interamente nella roccia ed anch’esso in ottime condizioni, domina contemporaneamente il Vallone d’Enchiausa e quello francese dell’Orrenaye. Alle spalle, unica via per poter proseguire, una scala di ferro risalente agli anni ’30 descritta nelle guide come insicura ed assicurata alla sua sommità (40 metri e 141 gradini) unicamente con un cordino (!) …. Con qualche apprensione la risaliamo delicatamente, ponendo molta attenzione alle pietre incastrate tra la scala e la parete, fino a raggiungere la sua sommità dove con enorme sollievo, scopriamo che è stata finalmente fissata (il solito previdente Nino Perino?) con rassicuranti cavi d’acciaio… Credendo d’aver ormai percorso il tratto più difficile, constatiamo però che la vetta dell’Oronaye è ancora alquanto lontana ed il percorso per raggiungerla tutt’altro che semplice! Scesi ad una prima forcella, la risalita al successivo torrione si presenta subito problematico: un camino con un inquietante masso incastrato alla sua sommità e l’uscita alla sua destra lungo una placca delicata ci impegna a fondo, ma è l’unico modo per continuare la cavalcata per cresta. Ancora la discesa alla successiva forcella con una doppia e il complesso aggiramento di una guglia finalmente ci permette di risalire lungo il facile tratto terminale e raggiungere la vetta del Monte Oronaye (m.3085). Ormai siamo su terreno conosciuto e siamo più tranquilli: il percorso è ancora abbastanza lungo ma, con calma e lungo il canalone sud, aggiriamo l’intera costiera che divide la Valle d’Apsoi dalla Francia e, attraverso il Colle di Villadel, raggiungiamo il comodo Bivacco Bonelli, sulle sponde del lago Apsoi. Avevamo scalato un solo Tremila, ben lontani dalla media giornaliera di 4 che ci avrebbe dovuto permettere di salire tutti i 24 Tremila in sei giorni, ma d’altronde le tappe erano quasi obbligate per poter contare la sera su un ricovero accettabile, quale un bivacco o un rifugio…

Scala terminale della Ferrata degli Alpini

La scala terminale della Ferrata degli Alpini

 

Foto e testi di Bruno Rosano

Il concatenamento dei 24 TREMILA della Valle Maira
Diario dell'impresa di Bruno Rosano con l'amico Gianni Rossato:
6 giorni sullo spartiacque di confine fra le vette più alte della valle!

 
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1° giorno - creata (25/09/2005) - modificata (01/12/2011) - vista 32215
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