Addentriamoci nella valle facendo una sosta a Macra; due sono le importanti novità del 2006: il percorso ad anello del Sentiero dei Ciclamini, adatto alle famiglie, che ci accompagna nel bosco con pannelli esplicativi; l’impegnativa Via Ferrata di Camoglieres, inaugurata a marzo, che garantisce brividi intensi agli amanti dell’avventura.
Sul versante opposto si risale il vallone di Celle Macra, patria degli acciugai e dinamico centro di studi dell’Ecomuseo Alta Valle Maira, fra i cui obiettivi c’è il ricupero di importanti edifici storici destinati a scopo museale.
Ritornati lungo il Maira ecco Stroppo, l’antica capitale della valle, le cui borgate sembrano rivivere gli antichi splendori: dove pochi anni fa regnava il silenzio, oggi si assiste a una nuova vitalità, rispettosa dell’ambiente e spesso caratterizzata da un accento nordico.
Il Colle delle Cavalline è la porta che d’improvviso si apre sull’ampia conca di Elva, e il caldo sole estivo fa scordare i lunghi mesi dell’inverno: qui ci attendono i celebri capolavori artistici della Parrocchiale culminanti nelle opere pittoriche di Hans Clemer e Pietro da Saluzzo, a cui da quest’estate si aggiunge l’allestimento nella Casa della Meridiana del Museo di Pels (dei capelli), arricchito da un efficace video in lingua occitana che ci accompagna con la testimonianza diretta degli ultimi “cavié d’Elva”.
Prima di riprendere il viaggio affidiamoci al nostro sangue freddo, poichè ci aspetta il terribile Vallone d’Elva, detto semplicemente “l’Orrido”: un po’ di apprensione ci assalirà nell’affrontarlo, certo, ma gli appassionati della natura rimarranno a bocca aperta nell’immaginare le forze imponenti che lo generarono. Ancora un breve tratto di fondovalle e presto la strada ci propone un nuovo bivio: una stretta gola sembra chiudersi di fronte a noi, ma superate due gallerie scavate nella roccia si mostrano all’improvviso i due valloni di Marmora e Canosio. Ancora una volta le case delle borgate, collegate fra loro da antichi sentieri, ci raccontano la vita di un tempo: pastori, agricoltori, boscaioli, falegnami, bottai, sellai, cavatori di marmo e sarti erano i mestieri prevalenti nei due paesi, mentre le strade si inerpicano sui versanti fino a raggiungere l’incantevole Altopiano della Gardetta, sovrastato dalle guglie dolomitiche di Rocca La Meja, inserito nel 2001 fra i Patrimoni Geologici Italiani.
Un lungo anello in quota su pista sterrata, ideale per gite in mountain bike, ci riporta a Ponte Marmora e da qui si prosegue verso Prazzo; qui ci si può inoltrare nel Vallone di San Michele, dominato dal piccolo Cervino della Valle Maira, il Monte Chersogno; da segnalare il nuovissimo bivacco Elio Bonfante, ai bordi del Lago Camoscere e raggiungibile anche dal Colle di Sampeyre.
Siamo ormai in vista di Acceglio, circondato dalle vette più alte che per ben 24 volte superano i 3000 m: il paradiso del trekking estivo è qui, con numerosi itinerari segnalati che prendono d’assalto le montagne; su tutte colpisce lo sperone quarzitico di Rocca Provenzale e della Torre Castello, simboli della valle assieme al grande salto delle Cascate di Stroppia, attive fino a inizio agosto.
Le escursioni forse più frequentate sono quelle che salgono ai Laghi Visaisa e Apzoi; dalle loro falde sotterranee si alimentano le Sorgenti del Maira, oasi di relax per i turisti attratti dal miracolo dell’acqua che impetuosa sgorga alla base di una caratteristica conca glaciale.
Per questa volta voglio eleggere loro come posto del cuore, insieme alle rare e poco conosciute grotte di travertino sottostanti e al bosco di pino uncinato che qui cresce soltanto su tale tipo di roccia: ci troviamo in un Sito di Interesse Comunitario dell’Unione Europea, censito nel progetto Natura 2000, straordinario patrimonio naturalistico che aggiunge una nuova perla alle bellezze della Valle Maira.
Vuoi conoscere e vedere altre foto sui Comuni della Valle Maira?
Testo di Enrico Collo
Accompagnatore Naturalistico